Scheda n. 3 |
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Comune: Lodè |
Località: Sos Lottos |
Foglio IGM: 482, I |
Foglio CTR: 482030 |
Catasto: Foglio 16, Mappale 48 |
Coordinate
Gauss-Boaga: Lat. 4494177,76; Long. 1543236,36 |
Quota: mt. 180 |
Unità Cartografica Geologica (Carmignani et al. 1997): 42 |
Unità Cartografica Pedologica (Aru et al. 1992): 4 |
Uso dei
suoli, codice Corine (terzo livello): 243 |
Monumento: Domus de janas |
Denominazione: Gianna Oriavula |
Tipologia: pluricellulare |
Cronologia: Neolitico Recente-Eneolitico |
Data della ricognizione: Settembre 2005. |
Compilatore: Maria Antonietta Tadeu |
Revisione: Paolo Melis |
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"Domus de gianas di Gianna Oria Porru o Solottos; poco lungi dal solco di Rio Mannu o Rio Posada, sulla sponda opposta di Nuraghe Eritta (n°5). Sono due camerette scavate nel calcare, ciascuna con la porticina bassa, con orlatura. Vuote. Nel terreno di Antioco Sanna" (Taramelli, 1933).
Non è chiaro se il Taramelli si riferisca ad una o a due
tombe distinte. In realtà, la tomba di Gianna Oriavula è un ipogeo isolato,
sito a nord-est dall’abitato di Lodè. E’ scavata in un banco di roccia
granitica allo stesso livello del piano di campagna. L’ipogeo è costituito da
un dromos appena rilevabile e da 3
vani in buono stato di conservazione. I primi due (anticella e cella principale)
seguono lo stesso asse longitudinale; l’ultimo ambiente (la cella secondaria)
ha uno sviluppo trasversale.
Il
passaggio che conduce all’anticella è costituito da un'apertura di forma
circolare (m 0,75x 0,65), in quanto il portello è notevolmente deteriorato;
l’ambiente a cui si perviene ha una planimetria semicircolare; sia le pareti
che il soffitto sono concavi; la parete di fondo, sulla quale è stato ricavato
il portello d’accesso alla cella principale, ha un profilo rettilineo.
Le
dimensioni del vano sono modeste (m 1,02 x 0,95), l’altezza complessiva non si
discosta dai m 0,65 dell’ingresso, eccetto che in prossimità della parete
fondale, dove subisce un leggero abbassamento (m 0,62).
Il
portello d’ingresso al vano successivo (cella principale) è di forma
rettangolare (m 0,65 x 0,45), con uno spessore di m 0,20; attualmente non sono
visibili tracce di rincasso.
La
cella principale è di forma subellissoidale (m 1,90 x 1,84) ed è sviluppata in
larghezza soprattutto sul lato destro; l’altezza è variabile dai m 0,75 in
prossimità del portello d’ingresso a m 0,80 in prossimità del portello
d’accesso verso l’ultima cella. Le pareti sono concave; sia sul lato destro
che su quello sinistro si scorgono delle scanalature verticali aggettanti verso
l’alto. Si possono contare cinque incisioni per parte, ampie 2,5 cm, disposte
nelle pareti laterali in maniera asimmetrica. Nella parete di sinistra, in
prossimità dell’angolo di congiunzione con il secondo portello d’accesso,
si ha un rincasso della parete stessa: ciò probabilmente è dovuto al mancato
tentativo, da parte degli scavatori dell’ipogeo, di ampliare il vano su quel
versante. Il soffitto è piano mentre la parete fondale è rettilinea; al centro
di quest’ultima si apre un portello di forma quadrangolare (m 0,60 x 0,42, lo
spessore è di m 0,23 cm sul lato destro e di 0,28 su quello sinistro) che
conduce all’ultima cella.
Il
terzo vano, di forma quadrangolare (m 0,75 x 0,40), ha un ingresso decentrato
verso sinistra; la cella si sviluppa verso destra. Questa forma irregolare è
probabilmente dovuta alla struttura del bancone di roccia in cui l’ipogeo è
stato scavato. Nella parete sinistra, in prossimità del portello d’accesso,
sono state incise sei scanalature, analoghe a quelle rinvenute nella cella
precedente. Le pareti ed il soffitto sono leggermente concavi. L’altezza
complessiva è di m 0,75, tuttavia il soffitto subisce un abbassamento in
prossimità del portello d’accesso.
In
tutti i vani costituenti l’ipogeo la struttura del pavimento non è rilevabile
in quanto ricoperta da pietrame di piccole dimensioni.
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