Scheda n. 20 |
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Comune: Lodè |
Località: Banzos |
Foglio IGM: 482, I |
Foglio CTR: 482030 |
Catasto: Foglio 51, Mappale 49 |
Coordinate
Gauss-Boaga: Lat. 4489858,69; Long. 1543540,26 |
Quota: mt. 240 |
Unità Cartografica Geologica (Carmignani et al.
1997): 42 |
Unità Cartografica Pedologica (Aru et al. 1992): 4 |
Uso dei suoli, codice Corine (terzo livello): 321 |
Monumento: Fonte |
Tipologia: non definibile |
Cronologia: Età nuragica (?); Età Romana (?); Età
medievale (?) |
Data della ricognizione: Settembre 2005. |
Compilatore: Paolo Melis |
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In
località Sos Banzos, a non molta distanza dal complesso nuragico di
Thorra, è presente una singolare fonte, oramai semi-abbandonata e nascosta
dalla vegetazione e dalla terra accumulatasi nel tempo. La struttura, oltre che
per lo stato di rovina, è di difficile lettura anche per i diversi
rimaneggiamenti ai quali è stata sottoposta nel corso dei secoli.
Attualmente
la fonte si presenta con una celletta quadrangolare irregolare (di m 0,48 x
0,49, x 0,72 h.), realizzata a filari di pietre granitiche di medie e piccole
dimensioni (4 residui) e coperta da un’unica lastra granitica di piattabanda
(di m 0,60 x 0,33). L’ingresso (m 0,39 in basso, 0,41 in alto, altezza m 0,45)
si apre su una fronte a filari che si sviluppa solamente nel lato sinistro, per
un’ampiezza di m 1,30; la vegetazione e la terra impediscono di valutare se la
fronte continuasse anche a destra e se fosse preceduta da un breve atrio.
La
sistemazione attuale è sicuramente il frutto della ristrutturazione e del
ridimensionamento di una fonte con camera più ampia e più alta; infatti, al di
sopra del prospetto della fonte attuale (alto m 0,72 su 5 filari, compresa la
lastra di copertura/architrave) si scorgono, in posizione arretrata, le tracce
di una camera circolare di m 0,75 di diametro, completamente svettata, che
residua per due filari di pietre (altezza m 0,32) in leggero aggetto, segno che
forse in origine dovesse essere coperta a tholos. Alle spalle di questa
camera, si erge un muro ad andamento semicircolare, alto m 1,30 su 8 filari di
pietre, che tuttavia ci pare essere recente.
Sembra
evidente come una più antica fonte con camera a copertura ogivale,
probabilmente nuragica, sia stata ristruttura a seguito della sua rovina, forse
in epoca romana o medievale, e ridotta sino a racchiudere la vena sorgiva nella
piccola e rozza celletta che ancora oggi possiamo vedere.
I
materiali ceramici che si rinvengono nei dintorni sono abbastanza atipici, sia
preistorici che figulini (quindi di epoca storica); a breve distanza,
sull’altra sponda del fiumiciattolo che scorre nei pressi (Riu sas Scalas),
abbiamo raccolto uno strumento microlitico di ossidiana, indizio di un
insediamento preistorico o forse anche nuragico.
Il
toponimo di “Banzos”, in Sardegna, riecheggia generalmente la presenza di
antiche strutture termali romane, quasi sempre connesse con ville rustiche; non
bisogna comunque commettere l’errore di assumerla come regola generale, anche
perché nell’area della fonte di Banzos non si osserva assolutamente alcuna
traccia che possa far pensare ad un insediamento di epoca romana di una qualche
consistenza.
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