Scheda n. 2

 

Comune: Lodè

Località: reg. Su Nurache

Foglio IGM: 462, II

Foglio CTR: 462150

Catasto: Foglio 7, Mappale 21

Coordinate Gauss-Boaga: Lat. 4497092,63; Long. 1547433,76

Quota: mt. 150

Unità Cartografica Geologica (Carmignani et al. 1997): 39

Unità Cartografica Pedologica (Aru et al. 1992): 4

Uso dei suoli, codice Corine (terzo livello): 323

Monumento: Nuraghe

Denominazione: Su Nuragheddu

Tipologia: non definibile

Cronologia: Età del Bronzo Medio e Recente-Finale

Data della ricognizione: Settembre 2005.

Compilatore: Paolo Melis

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"Nuraghe Su Nuragheddu, o de Sa Taula, o de Su Coddu 'e Su Nuraghe. E' collocato presso il Rio di Posada, entro una stretta gola fra dirupi, a guardia di un passo; è distrutto, ma restano evidenti tracce del nuraghe. In terreno di Deiana Serafino".

       

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Purtroppo anche le “evidenti tracce”, che nel 1933 il Taramelli poteva ancora scorgere, sono oggi scomparse quasi del tutto, a causa di una distruzione piuttosto recente dovuta alla solita opera di “bonifica”. Il nuraghe, del quale anziani contadini del luogo asserivano che alcuni decenni or sono fosse ancora integra ed agibile la porta, è ridotto oggi ad un cumulo informe di pietre granitiche, sulla cima di una collina che a Nord-Est digrada, in forte pendenza, verso la valle del Rio Posada, su cui la torre vigilava in corrispondenza di una stretta ansa del fiume.

 

Nel lato Nord, fra la vegetazione, sembra di potersi distinguere un brevissimo tratto di paramento murario, su due filari di pietre al massimo; a parte ciò, null’altro (a parte la testimonianza del Taramelli e lo stesso toponimo di “Su Nuraghe”) sembrerebbe indicare la presenza di un insediamento nuragico.Nuragheddu.JPG (750338 byte)

            Fortunatamente, ci conforta la presenza di abbondante materiale ceramico, nella terra smossa dai mezzi meccanici a breve distanza dal nuraghe, ove probabilmente si estendeva un villaggio. Si tratta di frammenti di vasi nuragici, soprattutto pertinenti a tegami o teglie: tipiche forme dell’Età del Bronzo. Fra i materiali raccolti, si segnalano un frammento di grossa ansa a nastro a gomito (Bronzo Medio) ed un frammento di vaso (scodella?) che pare recare tracce di una nervatura verticale in rilievo poco sotto l'orlo: una decorazione che richiama lo stile della fase c.d. "Sa Turricula", del Bronzo Medio 1, anche se il reperto e molto frammentario e controverso. Se confermata una simile attribuzione cronologica, allora il "nuraghe" Su Nuragheddu avrebbe potuto essere, in realtà, un protonuraghe.

 

            Da segnalare che la località di “Sa Taula”, in realtà, non corrisponde a quella ove sorgeva il nuraghe Su Nuragheddu. Va anche precisato che l’errore, in realtà, non fu del Taramelli, ma del La Marmora, che nel suo “Voyage en Sardaigne” (1839-40), elencando i nuraghi dei vari comuni della Sardegna, alla voce “Lodè” annoverava due monumenti: N. de sa Mela e de sa Taula. In una nota, a proposito di quest’ultimo, sottolineava come “questo nome di N. della tavola potrebbe indicare un altare: noi non l’abbiamo visitato”. Anche l’Angius, nel “Dizionario” de Casalis, cita il nuraghe Sa Taula assieme a quello di Sa Mela, con maggiori dettagli, rivelandosi quindi come la vera fonte del La Marmora.

 

 

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