Scheda n. 19 |
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Comune: Lodè |
Località: Abba Pria, Sos Golleos, reg. Mammone |
Foglio IGM: 482, I |
Foglio CTR: 482040 |
Catasto: Foglio 58, Mappale 1 |
Coordinate
Gauss-Boaga: Lat. 4490708,00; Long. 1549688,00 |
Quota: mt. 530 |
Unità Cartografica Geologica (Carmignani et al.
1997): 42 |
Unità Cartografica Pedologica (Aru et al. 1992): 4 |
Uso dei suoli, codice Corine (terzo livello): 323 |
Monumento: Tomba ipogeico-megalitica (?) |
Tipologia: non definibile |
Cronologia: Età del Bronzo Antico-Medio (?) |
Data della ricognizione: Settembre 2005. |
Compilatore: Paolo Melis |
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"Tomba
di giganti di Sos Golleos. Al piede di M. Lattu, a q. 550, sono i resti di una
sepoltura a cella allungata, del tipo delle tombe dei giganti; nessuna notizia
di rinvenimenti. In terreno di Caterina Piras ved. Canu". Con questa
descrizione generica, il Taramelli segnalava una non meglio precisata tomba di
giganti nella regione di Monte Lattu (indicata con il desueto toponimo di Sos
Golleos) di cui nessun’altro ha mai più parlato e della quale non hanno
notizia neanche le persone che risiedono in quei luoghi.
In effetti, la ricognizione nell’area indicata non ha portato al
rinvenimento di alcuna tomba di giganti propriamente detta; è stata tuttavia
individuata una struttura che, in qualche modo, potrebbe adattarsi alla notizia
del Taramelli.
Sul versante orientale che dal Monte Lattu digrada verso la valle di
Badde Su Enosu – dove scorre l’alto corso del Rio Minore -, ad una quota più
o meno analoga a quella indicata dal Taramelli (530 metri, invece che 550, ma lo
studioso utilizzava carte in scala 1:100.000, con curve di livello di minor
dettaglio), è presente una spaccatura naturale della roccia, in corrispondenza
di uno sperone granitico in forte pendenza.
La
spaccatura (una larga diaclasi) è orientata in senso trasversale rispetto alla
direzione del versante, ed ha una lunghezza di m 5,20 per una larghezza che
varia da Nord verso Sud, passando da m 0,56 all’estremità settentrionale, a m
0,60 al centro, a m 0,80 all’estremità meridionale. L’altezza,
analogamente, varia seguendo la pendenza naturale della roccia: da m 2,30 a
Nord, a m 1,35 al centro, a m 1,22 all’estremità Sud.
L’estremità Nord è obliterata da pietrame, forse intenzionalmente,
mentre a Sud l’apertura è sgombra e costituisce l’accesso a questo
singolare corridoio naturale ricavato nella roccia. Ciò che costituisce il
motivo di maggior interesse, da un punto di vista archeologico, è il fatto che
la spaccatura sia stata coperta con un solaio di lastre di piattabanda, proprio
come se si trattasse di una tomba di giganti, o meglio una allée couverte.
Le lastre poggiano con una estremità su una risega larga m 0,20, che è stata
scavata nella roccia, nel lato della spaccatura in maggior pendenza: questo al
fine di evitare che i lastroni potessero scivolare a valle.
Residuano ancora in situ quattro lastre della copertura; la prima,
isolata verso Nord, misura m 1,36 x 0,97 x 0,25 spess. Verso l’estremità Sud,
invece, residua un gruppo di tre lastre, di cui le prime due costituiscono delle
piattabande a copertura della spaccatura (misure, rispettivamente: m 1,45 x
0,56, x 0,20 sp., m 0,73, x 0,67 x 0,50 sp.), mentre la terza, inclinata e di
dimensioni maggiori, oltrepassa la spaccatura e pare coprire l’area antistante
l’ingresso, poggiando su altre sporgenze rocciose o forse ortostati (misure: m
2,10 x 1,95 x 0,45 spess.).
Il tipo di sistemazione, sebbene inusuale, richiama alla mente diverse
tombe dolmeniche, sopratutto nei paesaggi granitici, per la cui realizzazione
sono stati utilizzati anfratti naturali. Riteniamo che anche questo corridoio
coperto di Sos Golleos possa essere annoverato nella classe delle tombe
megalitiche, anche se risulta difficile stabilire una precisa collocazione
cronologica: in via dubitativa, preferiamo collocarla più nell’Età del
Bronzo che non in quella del Rame.
Per
correttezza, è bene precisare che questo tipo di tecnica (l’utilizzo di
corridoi naturali coperti con lastre di piattabanda) caratterizza anche diversi
protonuraghi, soprattutto quelli della Gallura; a questo si aggiunga che la
posizione della struttura di Sos Golleos risponderebbe anche a esigenze
strategiche di controllo e dominio visuale sul territorio. Tuttavia, l’assenza
di ogni altra opera in muratura a filari e le piccole dimensioni della struttura
ci portano a scartare questa seconda ipotesi. Anche il confronto con un’altra
ben nota struttura ricavata entro una spaccatura rocciosa, il c.d. “pozzo”
di Su Posidu ad Alà dei Sardi (peraltro di antichità dubbia), ci pare casuale
e non pertinente.
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