Scheda n. 16

 

Comune: Lodè

Località: Thorra

Foglio IGM: 482, I

Foglio CTR: 482030

Catasto: Foglio 44, Mappale 30

Coordinate Gauss-Boaga: Lat. 4490571,96; Long. 1543006,58

Quota: mt. 200

Unità Cartografica Geologica (Carmignani et al. 1997): 42

Unità Cartografica Pedologica (Aru et al. 1992): 4

Uso dei suoli, codice Corine (terzo livello): 321

Monumento: Nuraghe

Denominazione: Thorra

Tipologia: Nuraghe complesso ad addizione tangenziale.

Cronologia: Età del bronzo Recente-Finale.

Data della ricognizione: Settembre 2005.

Compilatore: Paolo Melis

Visualizza posizione sull'ortofoto

 

 

Il nuraghe Thorra, analogamente al nuraghe Sas Melas, sorge su una bassa collina che si erge a fondo valle, circondata da alture di quota più elevata; dalla sua posizione, controlla da vicino un importante guado lungo il corso del Rio Torra, affluente del Rio Mannu. A 300 metri di distanza, a Ovest, si trova la tomba di giganti omonima, censita dal Taramelli che tuttavia, stranamente, non fa menzione alcuna del nuraghe.  

 

 

 

 

Nur. Thorra: ricostruzione ideale

 

 

 

 

Si tratta di un edificio sicuramente complesso, notevolmente distrutto, le cui strutture (soprattutto all’esterno) sono occultate dai crolli e dalla vegetazione; all’interno la struttura mostra tracce di manomissioni e ristrutturazioni posteriori, mentre la stessa assenza di macerie nella camera e negli altri ambienti sussidiari ci testimonia di un riutilizzo recente dell’edificio, almeno nei suoi spazi interni. ThorraNur1.JPG (730288 byte)

Del nuraghe si conservano la torre principale (mastio) e tracce di una piccola torre aggiunta sul lato Nord-Est; il notevole crollo e la congerie di macerie nei lati da Sud-Est a Sud-Ovest ci impedisce di valutare la presenza di altre piccole torri aggiunte, anche se la scarsa estensione dei ruderi non sembra accreditare questa ipotesi.

Il mastio è costituito da una torre di pianta apparentemente ellittica, o circolare schiacciata, anche se i crolli non consentono di apprezzare l’intero perimetro esterno: l’asse minore, sicuramente rilevabile, è quello che passa per l’ingresso ed è lungo m 10,50; l’asse maggiore, trasversale, non è interamente apprezzabile ma se ne può stimare una lunghezza di circa m 12,00. E' realizzato con pietre granitoidi locali, raramente lavorate, disposte a filari più o meno regolari anche se con scarsa cura.

Il rudere è ampiamente svettato e si conserva per modesta altezza: circa 2 metri rispetto al piano di calpestio esterno nel settore Nord, dove non si notano macerie di crollo. L’altezza massima delle murature esterne si registra ugualmente nel lato Nord, con m 1,50 su 5 filari di pietre ed un’inclinazione di 9°.

Della torre secondaria aggiunta sul lato Nord, residua una porzione di paramento arcuato di appena m 2,50 di lunghezza. Si può ipotizzare una originaria torre semicircolare di piccole dimensioni: circa m 4,00 di diametro per m 3,50 di freccia. Le murature esterne residuano per un’altezza di m 0,85 su due filari di pietre; l’interno è completamente ricolmo di terra e macerie e non se ne osserva alcun dettaglio. L’addizione è tangenziale, senza alcun rifascio del mastio o la creazione di alcun bastione.

ThorraNur2.JPG (669463 byte)L’ingresso della torre principale era ubicato a Sud-Ovest, e se ne scorgono le tracce appena affioranti dalle macerie di crollo, riferibili solamente alla parte superiore dell’apertura, che risulta essere quasi interamente interrata. Si distinguono due pietre degli stipiti, sulle quali poggia un modesto architrave, che delimitano una spazio di appena m 0,45: è assai probabile che si tratti del finestrino di scarico, e che il vero architrave e la porta del nuraghe siano sepolti sotto il riempimento di terra. Varcato l’ingresso, il retrostante corridoio si allarga immediatamente subito dopo le due pietre che delimitano l’apertura, e questo rafforza l’ipotesi del finestrino di scarico, nella variante del tipo in comunicazione diretta con l’andito, contribuendo alla sua illuminazione, mentre al nuraghe Sas Melas è invece adottato l’altro tipo di tecnica, con finestrino che comunica con un piccolo intercapedine al di sopra del solaio di lastre di piattabanda.

L’andito è lungo in totale m 3,00 nel lato destro e m 2,60 in quello sinistro; la larghezza varia da m 0,70 all’ingresso, a m 1,00 nel settore centrale, a m 0,80 allo sfocio nella camera. La copertura e a lastre trasversali, con sei piattabande residue compresi gli architravi esterno ed interno, tutte allineate allo stesso livello; l’altezza, dato il notevole riempimento, è di soli m 0,30 all’inizio (che tuttavia dovrebbero corrispondere all’altezza effettiva del finestrello di scarico) e m 0,60 allo sfocio nella camera, mentre al centro il piano si abbassa sino ad un’altezza massima di m 1,15, forse a causa di uno scavo clandestino. Non si notano tracce di nicchia d’andito o di scala, anche se potrebbero essere celati dal notevole interamento; ci pare comunque che la scarsa lunghezza del corridoio, anche se compatibile con la presenza di una probabile nicchia, difficilmente avrebbe potuto consentire di realizzare l’accesso ad una scala d’andito, della quale, fra l’altro, non è stata riscontrata alcuna traccia in nessun altro punto della struttura: è più probabile che la scala fosse di camera, con accesso sopraelevato, e che sia scomparsa completamente assieme alla porzione superiore dell’edificio.

L'accesso alla camera avveniva attraverso una porta a luce trapezoidale, larga alla base m 0,80 e alta attualmente m 0,60 sul riempimento di terra; è sormontata da un piccolo architrave ben squadrato, di m 1,04 x 0,28 x 0,40 di spessore. Al di sopra dell'architrave si nota un'apertura a pareti inclinate, priva di lastra di copertura, piuttosto ampia e alta: forse una finestrella di scarico che può anche aver avuto lo scopo di fungere da piccolo ripostiglio, oppure (come è testimoniato in alcuni nuraghi, ad esempio il Santu Antine di Torralba) una vera e propria finestra in comunicazione con un ambiente sussidiario posto al di sopra dell'andito di ingresso, del quale purtroppo non resta alcuna traccia.

La camera si mostra notevolmente sgombra di macerie, nonostante sia priva della copertura ed anzi siano totalmente scomparsi tutti gli alzati al di sopra del livello degli ingressi, al punto che il suo piano di calpestio è addirittura ad un livello inferiore, seppur di pochi centimetri, rispetto a quello esterno del nuraghe. La planimetria si presenta di difficile lettura, soprattutto a causa di rifacimenti e riutilizzi posteriori, non sappiamo quanto recenti; in origine la camera doveva avere una forma circolare o, più probabilmente, ellittica (diametri m 3,5 x 4-4,5), con le consuete tre nicchie ai lati disposte in un classico schema cruciforme. Successivamente, nel lato destro sono intervenuti dei rifacimenti, forse già in antico (presumibilmente a causa di cedimenti strutturali), che hanno portato alla obliterazione della eventuale nicchia di Sud-Est (o destra) ed alla rettificazione del tratto di parete, che da quel lato si presenta attualmente diritto o addirittura lievemente convesso, sebbene i crolli e la terra impediscano di stabilire con certezza quale sia l'esatto profilo delle murature. ThorraNur3.JPG (689994 byte)

Nel lato opposto, a sinistra dell'ingresso, la parete curva, analogamente, è stata rettificata con l'aggiunta di due muri in piccole pietre ai lati dell'ingresso della nicchia sinistra; quest'ultima, quindi, è stata in pratica prolungata di circa un metro verso la camera. La nicchia in origine era di pianta semiellittica con parete di fondo piana (lungh. m 2,15; largh. m 1,10 all'ingresso e al centro, 0,80 al fondo) e pareti laterali aggettanti. La copertura è a lastre trasversali (ne residuano quattro per un tratto coperto di m 1,30) che digradano lievemente verso il fondo; l'altezza residua massima, verso il fondo (dove il pavimento si abbassa, forse a causa di scavi clandestini) è di m 1,82. Nella parete di fondo, a m 1,30 dal piano di calpestio, uno spazio fra le pietre (m 0,29 x 0,38 h.) farebbe pensare ad uno stipetto risparmiato intenzionalmente, coperto da una solida pietra di architrave.

La nicchia affrontata all'ingresso, invece, non ha subito modificazione; ha la stessa forma semiellittica della precedente, con parete di fondo lievemente concava, ed è di poco più grande: lunga m 2,60, larga m 0,90 all'ingresso, m 1,30 al centro, m 1,00 al fondo. Le pareti sono aggettanti; della copertura non resta nulla, ma si può supporre che fosse a lastre trasversali come la nicchia di sinistra. Nella parete di fondo, a filari regolari aggettanti, si registra l'altezza massima residua del vano, di m 1,80 sul riempimento.

Non si individuano tracce dell'abitato, che tuttavia doveva esistere sul pianoro a Est del nuraghe; da questo sito proviene un frammento di ceramica nuragica con decorazione "a pettine" (Fadda 1984), databile con certezza al Bronzo Recente, mentre fra i materiali da noi raccolti spicca un frammento di tegame con fondo espanso, il cui arco cronologico è più ampio (dal Bronzo Antico-Medio al Bronzo Finale).

   

 

 

Torna alla pagina delle schede

P1010031.JPG (644336 byte)