Scheda n. 15

 

Comune: Lodè

Località: Thorra

Foglio IGM: 482, I

Foglio CTR: 482030

Catasto: Foglio 44, Mappale 44

Coordinate Gauss-Boaga: Lat. 4490495,86; Long. 1542715,46

Quota: mt. 205

Unità Cartografica Geologica (Carmignani et al. 1997): 42

Unità Cartografica Pedologica (Aru et al. 1992): 4

Uso dei suoli, codice Corine (terzo livello): 321

Monumento: Tomba di giganti

Denominazione: Thorra

Tipologia: mista (ortostatica e a filari) con stele centinata

Cronologia: Età del Bronzo Medio-Recente

Data della ricognizione: Settembre 2005.

Compilatore: Paolo Melis

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"Tomba di giganti di Torrà, presso l'affluente Rio Torrà di Rio di Posada; si vedono pochi resti di un grande cassone o corridoio, quasi completamente smantellato. In terreno di Antonio Nanu, fu Giovanni". Con questa scarna descrizione e qualche imprecisione geografica (il Riu Thorra non è affluente del Posada ma del Mannu, che è a sua volta tributario del fiume di Posada), il Taramelli segnalava la presenza della tomba di giganti di Thorra, senza tuttavia menzionare il vicino nuraghe.  

         La tomba è ubicata 300 metri a Ovest del nuraghe cui sicuramente faceva riferimento; è probabile che proprio nei suoi pressi (più che attorno al nuraghe) sorgesse un abitato, a giudicare dalla notevole quantità di materiali ceramici che affiorano in superficie nel terreno compreso fra la tomba ed una vicina casa colonica. La tomba è adagiata sul lieve pendio che digrada dalle alture di Janna Sa Murta, a Nord, verso la valle del rio Thorra e presso la confluenza con il Rio Mannu; la sua fronte era orientata a Sud-Est, verso la vallata. ThorraTdg1.JPG (737944 byte)

         Del monumento, come già notava il Taramelli, resta il vano funerario interno (il "grande cassone o corridoio") mentre non vi è traccia del paramento esterno (completamente sepolto) e tanto meno della copertura, che supponiamo fosse a lastre trasversali. L'esedra è stata completamente distrutta, e forse ne residua ancora qualche lastra riversa nel terreno, sepolta dal riempimento di terra nella zona antistante l'ingresso; quest'ultimo è totalmente scomparso, o forse sepolto, anche se una piccola lastra ortostatica longitudinale in testata, più interna rispetto alla linea delle pareti del vano funerario, farebbe pensare ad uno degli stipiti laterali del classico corridoio rituale (erede del prenuragico "dromos") che in genere, nelle tombe di giganti, segue dietro al portello vero e proprio ed introduce simbolicamente nella camera sepolcrale.  

 

 

 

  ThorraTdg2.JPG (636995 byte)       Davanti a questo breve andito, o più probabilmente al di sopra di esso, doveva essere collocata la lastra semicircolare che giace riversa a circa un metro di distanza. Si tratta di una pietra lavorata, con sagoma semicircolare o meglio pentagonoide ad angoli arrotondati, lesionata da una parte, alla base della quale è stato ricavato un portello trapezoidale aperto nel lato di fondo. La lastra misura m 1,20 x 1,20 x 0,18 di spessore; il portello era alto m 0,45 e largo nella parte superiore m 0,40, mentre in basso la larghezza non è valutabile a causa della lesione. In corrispondenza del portello, giace una pietra che pare adattarvisi, ma non è assolutamente certo che possa trattarsi del chiusino originario.  

 

         L'ingresso introduceva in una camera funeraria rettangolare, lunga circa m 7,60 e larga mediamente m 1,15-1,20, con lieve restringimento al fondo; la camera si presenta quasi completamente sgombra del riempimento di terra e delle macerie, il che lascia intendere che sia stata fatta oggetto di scavi clandestini. Le pareti laterali erano realizzate con una tecnica mista: una fila di lastre ortostatiche nella parte inferiore, sormontata da filari di pietre o meglio lastrine piatte nelle parti superiori. Sia nel lato destro che in quello sinistro, al di sopra degli ortostati, si contano sino a quattro file di lastre orizzontali, di dimensioni medie e piccole; l'altezza massima delle murature di m 1,40 nel lato destro e m 1,30 in quello sinistro. Le pareti non mostrano un particolare aggetto, ma va detto che gli smottamenti (dovuti anche agli scavi clandestini) hanno pregiudicato la stabilità dell'opera muraria, che mostra spesso delle inclinazioni verso l'esterno. Nella parte terminale, il vano tombale ha subito dei gravi danni, con asportazione delle pietre laterali, per cui è difficile valutare se la chiusura fosse data da un unico lastrone o da filari di pietre. ThorraTdg3.JPG (747599 byte)

         Si può osservare chiaramente come la linea degli ortostati (e quelle dei filari sovrastanti) sia digradante dal fondo verso l'ingresso: segno evidente che la tomba deve essere stata edificata su un piano in pendenza verso la valle. Nella tomba abbiamo raccolto frammenti di tegami nuragici, analoghi a quello rinvenuto nel vicino nuraghe di Thorra.

   

 

 

 

 

 

 

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