Il territorio di Lodé, prima della nostra indagine, non aveva ancora
restituito sicure testimonianze di epoca romana; oltre all’ipotesi, sostenuta
dai più[1],
che a Lodé dovesse necessariamente passare la strada che dalla costa si
internava sino a raggiungere il Caput Tyrsi (Buddusò), venivano
riportate soltanto generiche segnalazioni orali circa il rinvenimento di non
meglio precisate "monete, tra le quali alcune anche d'oro",
trovate nell'area di Sos Lottos[2].
Luciano
Piras e Giacomino Zirottu, nel commentare queste notizie, auspicavano la
necessità di nuove scoperte archeologiche che giungessero a confermare tali
segnalazioni ed ipotesi. La nostra ricognizione sistematica, proprio nell'area
di Sos Lottos, ha finalmente fissato un punto fermo sulla questione;
l'insediamento, che abbiamo visto frequentato sin dalla preistoria ed in epoca
nuragica, ebbe certo una importante fase di vita in epoca romana. Fra i
materiali rinvenuti, si segnalano frammenti di anfore tardo-repubblicane (tipo
Dressel 1), ceramica fine da mensa di epoca imperiale, lucerne, ceramica comune.
Va
anche detto che l'insediamento di Sos Lottos resta, a tutt'oggi, l'unico sito
che abbia restituito sicuri materiali di epoca romana mentre non si riscontrano,
invece, reperti di tale periodo nei siti di epoca nuragica presenti nel
territorio: cosa piuttosto insolita, considerato che l'ambiente agrario in età
romana e tardo-antica era caratterizzato soprattutto dal riuso dei precedenti
abitati protostorici.
Difficile,
data l'atipicità dei frammenti, pronunciarsi sulla cronologia dei reperti di
ceramica figulina rinvenuti a Thilameddu, che potrebbero appartenere ad epoca
tardo-antica o anche a periodi più recenti: la sostanziale assenza (o comunque
scarsità) di ceramica invetriata ci porta comunque ad ipotizzare una
frequentazione del sito non posteriore all'alto medioevo, confermata peraltro
dalla totale assenza di Thilameddu nei documenti medievali che elencano i centri
abitati della Baronia.
Sul
rinvenimento di una non meglio precisata maschera antropomorfa (una maschera
funeraria?), all'interno dell'area di rimboschimento di Punta Castello (a Nord
del lago di Torpé), non possiamo pronunciarci in attesa dello studio e della
pubblicazione del reperto da parte degli studiosi della Soprintendenza
Archeologica[3].
Paolo Melis
[1] Caprara 1991, p. 189; Bonello-Mastino 1994, p. 183; Piras-Zirottu 2004, p. 19.
[2]
Piras-Zirottu
2004, p. 19.
[3] Segnalazione di Agostino Sanna.
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